Francesco Aimerito (2007)
La scienza giuridica contemporanea sta assistendo all’emersione di un «diritto dell’alimentazione» — o «diritto alimentare» — sviluppatosi in parallelo all’acuirsi di una particolare sensibilità della “società civile” sui temi dell’alimentazione e ad un correlativo incremento dell’attività di produzione normativa in materia ad ogni livello dell’ordinamento giuridico. Questo nuovo ramo del diritto — o, quanto meno, questo nuovo “luogo di incontro” di svariate più “tradizionali” branche del diritto — è oggetto, in misura crescente, di un’ampia riflessione scientifica ed ha già conosciuto significative ricadute nell’ambito della didattica universitaria; esso non ha invece trovato, per il momento, un’analoga “risposta” nel settore della storia del diritto.
Se il ricorso alle fonti giuridiche del passato rappresenta infatti, da tempo, uno strumento ampiamente impiegato dagli storici che si occupano, più o meno direttamente, di alimentazione, la storiografia giuridica ha invece dedicato ai temi del «diritto dell’alimentazione» solo qualche episodica incursione, limitata ad ambiti circoscritti, frequentemente a margine di materie più “classiche”, quali il diritto agrario o il diritto commerciale. Un posto privilegiato hanno sinora occupato, in quest’ottica, gli studi sulla vite e sul vino e, più recentemente, quelli sulla pastorizia ed i suoi prodotti, studi che, in entrambi i casi, sono risultati fortemente contrassegnati anche da un proficuo intreccio collaborativo fra storia giuridica e storia sociale (rurale e non).
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